di Gaia Agnelli - foto Adriano Di Florio

Le sale giochi di Bari: dove tra flipper, biliardini e "arcade" si respirano gli anni 80 e 90
BARIFlipper, cabinati arcade, biliardi, simulatori di guida, calciobalilla, tavoli da ping pong. Erano queste le “attrazioni” che negli anni 80 e 90 riempivano le leggendarie “sale giochi”: luoghi in cui i ragazzi si divertivano passando del tempo insieme. Lì ci si incontrava di solito il pomeriggio o ci si nascondeva di mattina quando si saltava la scuola, per poi spendere irrimediabilmente la propria paghetta in gettoni.  

A Bari i loro nomi rispondevano a quelli di Dribbling, Dallas, Las Vegas, Play e Replay, Millepiedi, Casablanca, Saturno, Club Paradiso. Locali il cui tramonto concise con l’alba della “consolle”: prima i pc e poi le varie Playstation, Nintendo e Xbox (oltre all’avvento di Internet), annientarono infatti le idolatrate sale, che all’inizio del nuovo millennio scomparvero una dietro l’altra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma da una decina d’anni si è assistito in città a un parziale ritorno di questa tipologia di intrattenimento. E oggi esistono due posti dove è possibile nuovamente immergersi nell’atmosfera di fine 900. Sono lo “Snooker” di via Amendola e il “Bowling di Triggiano”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Certo, si tratta di strutture ben più grandi rispetto a quelle del secolo scorso e nelle quali i giochi “d’antan” si uniscono a quelli moderni. Ma qui i nostalgici “alla ricerca del tempo perduto” riescono per qualche ora ridiventare bambini, magari accompagnati dai “nativi digitali” più curiosi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Detto che lo Snooker non ha trovato il modo per accoglierci, siamo andati così a curiosare all’interno della seconda sala che, su tre livelli, si erge sulla provinciale 60 che collega Triggiano a San Giorgio, nei pressi del centro commerciale BariBlu. (Vedi foto galleria)

Una volta entrati veniamo catapultati in un luogo di mille luci e colori. Al centro si staglia il bancone dove è possibile cambiare i soldi in gettoni e dietro al quale vi sono le scarpe da bowling esposte in ordine di grandezza: da quelle per bambini ai numeri più alti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sulla destra alcuni tavolini precedono il bar, mentre sulla sinistra trovano spazio i primi meravigliosi giochi. Superato il più nuovo “air hockey”, ecco uno dietro l’altro l’intramontabile calciobalilla (o biliardino), il “basket arcade” che permette di cimentarsi in tiri al canestro, dei videogames in cui bisogna colpire i nemici con delle pistole che sparano di tutto e infine le classiche “pesche verticali”. Queste ultime consentono ai più abili, tramite una sorta di “gru”, di accaparrarsi palloni da calcio, peluche e vari gadget.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


In fondo si sviluppano invece le 16 piste da bowling, ciascuna sormontata da uno schermo sul quale le animazioni indicano il punteggio realizzato, dallo strike allo spare. È qui che ci accoglie il responsabile, il 33enne Nicola Amoruso, il quale ci affida al suo collaboratore Ugo Del Prete, di 25 anni, per continuare il tour del locale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«L’attività è stata aperta nel 2009 – spiega Ugo – ed è di proprietà del Gruppo Cavallo: una famiglia di imprenditori pugliesi che ha fondato tre sale giochi: a Triggiano, a Ostuni e a Surbo, in provincia di Lecce. Qua vengono tutti: dalle comitive di ragazzi ai bambini accompagnati dai loro genitori che colgono l’occasione per fare un tuffo nel passato. Contiamo in media 300 visitatori alla settimana».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
La pista di bowling è l’attrazione in cui troviamo più bambini. Ci avviciniamo a un gruppetto intento a buttare giù il maggior numero di birilli possibile. A venirci incontro è l’11 enne Paolo, che ci spiega come lui e gli amici siano qui per il suo compleanno. «Ho voluto festeggiare in questa sala perché non c’è modo migliore per divertirsi – afferma –. Onestamente quando sono a casa dopo aver giocato un po’ alla Playstation inizio ad annoiarmi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche Fabio, di 9 anni, vuole dire la sua. «Io non ho consolle – sottolinea – ma chiedo sempre a mio padre e mia madre di portarmi perché tutti questi giochi mi “gasano”. Con alcuni è come fare attività fisica: metto alla prova la mia “guida”, la mia mira e la mia forza». «Sicuramente sono posti dove si può fare amicizia e chiacchierare – incalza l’11enne Arianna –. Tra le mura del nostro appartamento spesso siamo da soli e finiamo per stare al cellulare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Facciamo ora un salto al livello inferiore, occupato dallo “Qzar”, che attrae soprattutto le comitive di giovani tra i 20 e i 30 anni. Si tratta di una simulazione di guerra con pistole “laser”: ci si sfida all’interno di un buio labirinto tra squadre che indossano una pettorina fluorescente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tornati al punto di partenza ci dirigiamo al piano superiore. «È questo lo spazio davvero “anni 80” della struttura – commenta Ugo –: il vero regno dei nostalgici. D’altronde la maggior parte dei giochi presenti hanno più di vent’anni di età».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qua possiamo ammirare i verdi biliardi, un coloratissimo flipper e dei tavoli da ping-pong sul quale sono impegnati due trentenni. E poi ancora un pungiball con cui misurare la propria forza e il “dancing stage”: una mini pista da ballo in cui con i passi si segue una determinata coreografia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Anche se a farla da padrone sono i classici cabinati arcade. Ci sono quelli che in cui si combatte e si spara e altri che si concentrano sugli sport. Ma i più attraenti sono i simulatori di guida targati “Sega” e “Namco”, risalenti agli anni 90. Sedendosi è possibile condurre auto da Formula Uno e da rally oltre che motociclette di diversa “cilindrata”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Su una di queste sta montando il 15enne Francesco, alla prese con un bolide su due ruote che a ogni “curva” sposta a destra e sinistra. «Molto meglio che a casa con la “play” – ci dice il ragazzo –. Vengo con gli amici, ci divertiamo insieme e poi questi videgiochi sono così realistici. Io non posseggo una moto, ma qui ho la sensazione di guidare per davvero».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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  • Lorenzo Di Fonzo - Non solo anni 80 e 90. Chi abitava nella parte sud della città negli anni 60 e 70 non può non ricordare la mitica sala giochi di Ciccillo, in Viale Imperatore Traiano, dove io Tonino, Franco, Nino, Silvio, Silvestro, Sabino, e quelli più grandi, giocavamo per ore a biliardino (20 lire a partita) e flipper (50 lire), e bevevamo l'aranciata Violante.
  • Emanuele Triggiani - Eeeh! Quante X a scuola: Carambola, boccette, calcio balilla.. ci divertivamo con poco


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